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martedì 16 novembre 2010

Apri la porta, apri il tuo cuore!

Molto prima che la chiesa avesse pulpiti, banchi e fonti battesimali, aveva la cucina e la tavola apparecchiata.

“Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore,” (Atti 2,46). “Ogni giorno, nel tempio e a casa, non cessavano di insegnare e di portare il lieto annunzio che Gesù è il Cristo” (Atti 5,42).

Già una lettura poco attenta del Nuovo Testamento rivela la casa come primo strumento per la chiesa. “Al nostro caro collaborato re Filèmone,. . . e alla comunità che si raduna nella tua casa” (Filemone 1–2). “Salutate Prisca e Aquila. . . salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa.” (Rom 16,3, 5). “Salutate i fratelli di Laodicèa e Ninfa con la comunità che si raduna nella sua casa” (Col. 4,15).

Il primo luogo d’incontro per la chiesa era la casa. Considera la genialità del piano di Dio. La prima generazione di cristiani era un calderone di culture ed origini contrastanti. Almeno quindici diverse nazionalità ascoltarono Pietro predicare il giorno di Pentecoste. I giudei sedevano accanto ai gentili. Gli uomini partecipavano al culto assieme alle donne. Schiavi e padroni accetarono e seguirono Gesù…. insieme!!! Persone con diversa estrazione e culture possono andare d’accordo?

Oggi ci poniamo la stessa domanda. Può una famiglia cristiana vivere una amicizia civile con i mussulmani che vivono nella stessa via? Due persone diverse possono andare d’accordo?

La chiesa primitiva si!! Senza l’aiuto di chiese, edifici, clero o seminari. E ce la fecero grazie alla semplicità del messaggio (la croce) e il più semplice degli strumenti: la casa.

Non tutti si troveranno a servire Dio in una terra straniera, guidare una missione umanitaria, essere volontari alla mensa dei poveri. Ma chi davvero non può essere ospitale? Hai una porta d’ingresso? Una tavola? Delle sedie? Pane e formaggio per un panino? Congratulazioni! Sei risultato idoneo per servire in uno dei ministeri più antichi: l’ospitalità. Puoi vedere il tuo nome tra i ranghi di persone come…….

Abramo. Egli diede da mangiare non agli angeli ma al Signore degli angeli (Gn 18).
Raab, la prostituta. Accolse e nascose nella sua casa le spie e grazie alla sua gentilezza, i suoi cari sopravvissero mentre il suo nome viene ricordato ancora oggi ( Gs 6,22–23; Mt 1,5).
Marta e Maria. Esse aprirono la porta di casa a Gesù e Gesù in cambio, aprì la tomba di Lazzaro per esse (Gv 11,1–45; Lc 10,38–42).
Zaccheo... Invitò Gesù alla sua tavola. E Gesù gli lasciò in dono la salvezza per dirgli “grazie” (Lc 19,1–10).
E che dire del più grande esempio di tutti— quel “tale” di Matteo 26,18? Il giorno prima della sua morte, Gesù disse ai discepoli: “Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”.

Non ti sarebbe piaciuto essere quel tale che aprì la porta a Gesù? La buona notizia è che puoi esserlo. Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me” (Mt 25,40). Quando apri la tua casa e inviti qualche estraneo o qualche fratello in Cristo, tu accogli Gesù stesso.

Ti dirò di più. Qualcosa di estremamente sacro avviene attorno alla tavola apparecchiata che non avrà mai luogo in una grande chiesa. Quando sei tra i banchi infatti, vedi solo le teste di quelli che ti stanno davanti. Attorno alla tavola, invece, vedi l’espressione sul volto di ciascuno. In chiesa una persona parla ma, a tavola, ognuno ha la sua voce. I servizi in chiesa hanno un orario che va rispettato. Attorno alla tavola invece, c’è il tempo per parlare. Per questo io amo la tavola e consiglio una evangelizzazione durante una cena. La messa è il culmine della preghiera cristiana ed è vero. Però….. troppo spesso la gente parla intimamente solo a Gesù ignorando completamente chi siano gli altri commensali. Ma non dovremmo essere chiese comunità? Per tale ragione io definisco la Chiesa come comunità di comunità.

L’ospitalità apre la porta ad una comunione non comune. Non a caso i termini ospitalità ed ospedale provengono dalla stessa radice latina poiché entrambi portano allo stesso risultato: la guarigione. Quando apri la porta a qualcuno, è come se gli mandassi questo messaggio. “tu sei importante per me e per Dio”. Forse tu dici solo: “vieni a trovarmi” ma ciò che il tuo ospite pecepisce è : “io valgo qualcosa!”.

Praticate l'ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare. Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio. (1Pt 4,9–10)

Padre Celeste, tu mi hai dato così tanto…. Eppure riconosco che talvolta la mia mano rimane chiusa quando incontro i bisogni di qualcuno. Ti prego di aprire sia la mia mano che il mio cuore ,perché impari a sfruttare ogni occasione che mi dai, per praticare l’ospitalità e poter dare. Aiutami a ricordare che quando mostro l’amore, in modo tangibile, ad uno di “questi tuoi” in realtà lo mostro verso la tua persona. E mentre mi aiuti ad aprire il cuore e la mano, ti chiedo anche di aiutarmi ad aprire la porta di casa a quelli che hanno bisogno di assaggiare il tuo amore e la tua bontà. Nel nome di Gesù!

martedì 22 giugno 2010

Cecità alla luce

Un'amica ha perso gradualmente la vista. Ciò che all’inizio era una piccola macchia nera nel campo visivo, è cresciuta ed ora non riesce più a vedere con quell’occhio.


Ed ora, la stessa tenebra è comparsa anche all’altro occhio. Ma la mia amica sa cosa significa vedere e negli occhi della sua mente riesce a visualizzare i volti ed i fiori, le cascate, le montagne che ha visto nel corso della vita.

Un giorno Gesù si imbatte in un uomo che non ha mai visto un tramonto in tutta la sua vita. Egli è nato, infatti, cieco. Non ha mai potuto vedere come sia fatta la sua mano, non si è mai meravigliato delle sue impronte digitali, non ha mai visto le sue dita flettersi e non ha mai potuto rimuovere lo sporco che si accumula dietro le unghie. Costui è completamente cieco. La sua testa è come una casa senza finestre. Niente luce. Buio totale. Il suo cervello non può discernere le tonalità dei colori e tanto meno la multiformità del creato.

Egli non può perché le capacità di discernere la diversità non si sono sviluppate perché legate a quelle finestre, che sono gli occhi, le quali non si sono mai aperte. In lui tutto è buio. Un uomo immerso completamente nelle tenebre mentre attorno a lui tutto è immerso nella luce. Luce che non può però captare e della quale ignora la natura e può solo postulare l’esistenza. Definitivamente e totalmente cieco. Senza alcuna speranza.

Forse egli si trova al bordo di una stradina di Gerusalemme, seduto con le gambe incrociate ed il mantello disteso a terra per raccogliere le monete che qualche misericordioso potrebbe gettare nel suo cappuccio.

"Ecco giunge la notte," Gesù dice ai suoi discepoli mentre si fermano, "ma io sono la Luce del mondo!".

E quindi, Gesù, mosso come al solito dalla compassione, si inginocchia davanti all’uomo. Il cieco non sa cosa stia accadendo perché ha le finestre degli occhi chiuse. Egli sente che l’uomo che ha davanti, sta grattando il terreno con le mani e poi sputa. Ma egli non vede. Improvvisamente sente il dito di Gesù toccare delicatamente i suoi occhi chiusi e spalmare le sue palpebre da sempre serrate con una calda ed umida fanghiglia. Egli non sa che quel fango è stato impastato con la saliva.

Cosa significa ciò? L’uomo teme per la sua incolumità. Non vede…..

"Vatti a lavare nella Piscina di Siloe” , gli comanda Gesù mentre lo aiuta a mettersi in piedi. La piscina è vicinissima e così a tentoni si incammina giù per il polveroso viottolo pieno di ciottoli mentre con una mano cautamente sfiora il muro per seguire la direzione e l’altra, protesa in avanti, verso quel buio infernale per non urtare.

La cosa strana è che l’uomo obbedisce!! Nonostante le strane azioni di colui che da il comando.

" Quegli andò, si lavò” dice il Vangelo, " e tornò che ci vedeva”.

Una cosa da nulla!!

Ma Gesù era ancora li?? Sembra proprio di no. Il giovane cerca tra la folla. Ha udito il nome dell’uomo che lo ha toccato tanto che ai primi che incontra e lo fermano a causa dell’evidenza del miracolo egli dice: “Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Va' a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista”

Immagina la scena. Tuo figlio ventisettenne cieco dalla nascita, torna improvvisamente a casa spalancando la porta pieno di elettricità euforica ed irrompe nella sala da pranzo. "Mamma" grida, "Io vedo!". E mentre abbraccia forte sua madre, le lacrime gli scendono giù per il volto.

"Giacobbe!" esclama la donna, "Corri, Simone, nostro figlio ci vede! Ci vede!".

E chi è costui che guarisce? Chi è questo uomo che si inginocchia davanti ad un mendicante e gentilmente gli sfiora gli occhi? Chi è quest’uomo?

Qualche giorno dopo Gesù incontra di nuovo Simone per strada. " Tu credi nel Figlio dell'uomo?" chiede Gesù.

Simone riconosce la voce di quel volto che non ha potuto vedere; poi ricorda le parole: “Io sono la luce del mondo!”. Ed alza lo sguardo, per la prima volta, non verso ma dentro al volto del Maestro per inciderlo nella memoria e non dimenticarlo mai più. " E chi è, Signore, perché io creda in lui?».

Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui».

Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi.

Alcuni farisei con aria di autosufficienza scuotono il capo alla vista del Maestro e dell’uomo inginocchiato nella polvere. Gesù guarda verso di loro.

" Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi…………… Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane".

Interessante. Il cieco vede e l’autosufficiente diventa cieco.

Chi dei due sei tu? Colui che ha passato gran parte della sua vita nelle tenebre e che solo ora inizia a vedere qualche scorcio della Luce del Mondo? Oppure uno degli autosufficienti, che scuote la testa cinicamente, incapace di riconoscere il Figlio di Dio che sta in piedi davanti ai tuoi occhi?

Luce, tenebre. Cieco, vedente.

Chi segna la differenza? Gesù!

Il testo di questo racconto si trova in Giovanni, capitolo nove.

Fammi un regalo. Leggilo. Rileggilo, fallo per me! Prega!

martedì 26 gennaio 2010

Cercare il Messia


Supponiamo che Gesù si presenti in chiesa. Non intendo a livello simbolico. Voglio dire visibilmente. Fisicamente. Concretamente. Suponiamo che egli venga nella tua chiesa. Saresti in grado di riconoscerlo? Potrebbe essere un po’ difficile. Gesù non indossava gli abiti religiosi del suo tempo, così, dubito che indossi quelli del nostro; quelli che gli abbiamo cucito addosso. Se venisse in chiesa oggi, egli indosserebbe abiti normali. Niente di particolare o di esotico ma una giacca, un paio di scarpe ed una cravatta. Una cravatta?? Probabile.. o forse no. Egli avrebbe un nome comune.
"Gesù" era un nome comune ai suoi tempi. Penso che Luca, Marco, Tommaso, Carlo o Cristiano potrebbero andare.
Cristiano ... mi piace.
Supponiamo che Cristiano, il Figlio di Dio, venga oggi nella chiesa che frequenti o nel tuo gruppo. Naturalmente, egli non verrebbe da Nazaret o Israele. Verrebbe invece da un qualche piccolo punto in fondo alla strada, come via della Sgurgola o Vattelappesca. Via XI Febbraio.
E farebbe l’artigiano, lo svuota cantine. Ai suoi tempi, egli faceva il falegname. Non c'è ragione di pensare che oggi abbia cambiato mestiere ma supponiamo che lo abbia fatto. Diciamo che oggi egli sia un semplicissimo idraulico.
Cristiano, l'idraulico di via XI Febbraio. Interessante. Dio, un idraulico? In giro si dice che qualche giorno fa, egli abbia sfamato un intero campo di calcio pieno di gente, vicino al lago. Altri dicono che abbia guarito il figlio del sindaco di Terni.
Alcuni dicono che egli sia il Figlio di Dio. Per altri, egli è niente altro che la barzelletta dell'anno. Tu ne hai sentito parlare. Non lo hai mai visto di persona. E non sai cosa pensare. Ma poi, un giorno, Egli si presenta proprio nella chiesa che frequenti.
A metà messa, egli appare in fondo alla chiesa e si siede all’ultimo banco. Dopo il canto, eccolo farsi avanti. Dopo un po’ eccolo salire sul presbiterio ed annunciare tutto entusiasta: "State cantando di me. Io sono il Figlio di Dio!". Poi prende la pisside ed il calice: "Questo pane è il mio corpo. Questo vino è il mio sangue. Quando fate questo, celebrate me!”.
Cosa penseresti a questo punto? La prenderesti come offesa personale o una offesa verso Dio? Che sfrontatezza. Che irriverenza, un ragazzo di nome Cristiano, dice di essere il Figlio di Dio!
Un Gesù così susciterebbe mai il tuo interesse? Aspetta un attimo, come può essere il Figlio di Dio? Non ha frequentato il seminario; non ha studiato alla Gregoriana. Eppure c'è qualcosa in lui ..... Ci crederesti?
Non posso negare che tutto ciò sia una follia. Ma non posso negare neanche ciò che ha fatto. È facile criticare i contemporanei di Gesù per non aver creduto in lui. Ma quando ti rendi conto di come si sia presentato, allora ti possibile capire il loro scetticismo.
Gesù non incarnava il loro concetto di Messia. Formazione non idonea. Origini sbagliate. Città di provenienza sbagliata. Nessun Messia poteva venire da Nazareth. Piccolo borgo con un solo semaforo. Egli non rispecchiava l’idea che gli ebrei avevano del Messia, e così, invece di cambiare la propria visione del Messia, preferirono ignorarlo. Egli venne come uno di loro. Egli era semplicemente Gesù di Nazareth. Cristiano di via XI Febbraio. Provvide il cibo alle folle con le sue mani callose. Risuscitò i morti indossando un paio di jeans ed un berretto sportivo. Essi si aspettavano strane luci, re e carri dal cielo. Ciò che ebbero furono invece dei sandali, dei sermoni ed un accento della Galilea. E così, molti non si accorsero della sua venuta. E così, alcuni ancora oggi si perdono la sua presenza.
Ci aspettiamo che Dio parli attraverso la pace, ma a volte Egli parla attraverso il dolore. Pensiamo che Dio parli attraverso la Chiesa, ma egli ci parla spesso attraverso quelli che non vi appartengono. I perduti. Cerchiamo la risposta tra i cattolici, ma spesso Egli ha parlato attraverso i protestanti. Gli ortodossi.
Pensiamo di sentire la Sua voce all’alba, ma la stessa è avvertita anche in piena notte. Cerchiamo di ascoltare la Sua voce nel trionfo, mentre egli parla ancora più chiaramente attraverso la tragedia. Dobbiamo lasciare che sia Dio a definire se stesso. Quando lo facciamo, quando lasciamo che Dio definisca se stesso, un nuovo mondo si apre davanti a noi. In che modo, ti chiederai? Lasciami spiegare con una storia.
C'era una volta un uomo la cui vita era una vera e propria miseria. Le sue giornate erano sempre nuvolose e le notti erano lunghe. Paolo non voleva essere infelice, ma lo era. Con il passare degli anni, la sua vita era cambiata. I suoi figli erano cresciuti. Il quartiere era diverso. La città sembrava più dura. Egli era infelice. Così, decise di chiedere ad un cristiano che stimava cosa ci fosse di sbagliato.
"Sono infelice a causa di qualche peccato che ho commesso?". "Sì", rispose il cristiano saggio. "Tu hai peccato!" "E quale sarebbe il mio peccato?". "La tua ignoranza", fu la risposta. "Il peccato dell’ignoranza. Uno dei tuoi vicini di casa è il Messia camuffato ma tu non lo hai riconosciuto!". Il povero vecchio lasciò la casa del suo amico stordito.
"Il Messia è uno dei miei vicini di casa!??". Cominciò allora a ragionare quale potesse essere tra i tanti. Gianni, il macellaio? No, è troppo pigro. Maria, mia cugina che vive in fondo alla strada? No, troppo orgogliosa. Luca, il giornalaio? No, troppo indulgente. L'uomo era confuso.
Ogni persona che conosceva, aveva dei difetti. Eppure uno di questi doveva essere il Messia. E così si sforzava di capire quale fosse. Così facendo, iniziò a notare alcune cose che non aveva mai constatato. Il negoziante si offriva spesso di portare i sacchi della spesa fino alla macchia delle signore più anziane. Forse egli è il Messia. Il vigile all’ angolo aveva sempre un sorriso per i bambini. Potrebbe essere lui? E la giovane coppia che era venuta a vivere nella porta accanto….. Come sono gentili col loro gatto. Forse uno dei due ...
Con il tempo egli fu in grado di vedere delle cose nelle persone che non aveva mai notato precedentemente. E con il tempo anche il suo aspetto cominciò a cambiare. Il suo passo era più leggiadro. I suoi occhi brillavano di una luce amichevole. Quando gli altri parlavano, egli ascoltava. Dopo tutto, poteva trovarsi in presenza del Messia che parlava con lui. Quando qualcuno chiedeva aiuto, egli era pronto ad offrire il suo; in fin dei conti, poteva darsi che fosse il Messia a necessitare di un aiuto.
Il cambiamento del suo atteggiamento era così evidente che qualcuno gli chiese perché fosse così felice. "Non so», rispose lui. "Tutto quello che so, è che le cose sono cambiate da quando ho iniziato a cercare Dio". Ora, tutto ciò è curioso. Il vecchio riuscì a vedere Gesù, proprio perché non sapeva quale fosse la sua apparenza. Non sapeva quale tra i tanti potesse essere.
I contemporanei di Gesù invece non lo riconobbero perché pensavano di sapere come il Messia dovesse essere, apparire.
Come vanno le cose nel tuo quartiere? Riesci a vedere quale è il Messia?

giovedì 5 novembre 2009

La Compagnia dei pescatori senza pesce


Erano circondati da torrenti e laghi pieni di pesci affamati. Si incontravano regolarmente per discutere della loro chiamata a pescare, dell'abbondanza di pesce e del brivido che si prova quando i pesci abboccano. Erano entusiasti della pesca!

Qualcuno suggerì che avevano bisogno di una filosofia della pesca, così si misero ad esaminare la pesca da ogni angolo e con estrema accuratezza; la definirono e ridefinirono in largo e lungo e delinearono con chiarezza lo scopo della pesca. Svilupparono strategie e tattiche di pesca di ogni genere. Ma poi…..si resero conto che dovevano fare un passo indietro.
Si erano avvicinati alla pesca dal punto di vista del pescatore e non da quello dei pesci. Quale visione del mondo hanno i pesci? Come appare il pescatore agli occhi del pesce? Che cosa mangiano i pesci e quando mangiano? Queste sono tutte cose buone a sapersi. Così iniziarono alcuni studi di ricerca e frequentarono conferenze sulla pesca. Alcuni si misero in viaggio verso terre lontane per studiare i diversi tipi di pesce e le loro diverse abitudini. Altri conseguirono la laurea in ittiologia. Ma nessuno di essi era ancora mai andato a pescare.
Così formarono un comitato per l'invio di pescatori e poiché i potenziali luoghi di pesca erano più numerosi del numero di pescatori, la commissione dovette determinare le priorità. La lista con i luoghi di pesca prioritari venne esposta sulle bacheche di tutte le sedi della società ma ancora, non c'era nessuno che andasse a pesca. Allora fu avviata un'indagine per scoprire la causa: la maggior parte non rispose al sondaggio ma tra quelli che lo fecero, si scoprì che alcuni si sentivano chiamati a studiare i pesci, altri a fornire attrezzature per la pesca e molti ad andare in giro per incoraggiare i pescatori. Con tutti quegli incontri, conferenze e seminari semplicemente nessuno aveva il tempo per pescare.
Ma poi, poi avvenne qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato …..il giovane Luca decise di iscriversi alla società. Sembrava molto interessato e la commissione dei soci fondatori accolse la sua richiesta. Dopo una riunione estremamente motivante della Compagnia, senza dir nulla, andò a pescare e meraviglia delle meraviglie….. prese un grosso pesce!!!
Alla riunione successiva, egli raccontò la sua esperienza straordinaria e ricevette il premio per la miglior pesca dell’anno (a dire il vero anche l’unica!). In tale occasione gli fu detto che aveva un particolare "dono per la pesca" e dunque ritennero necessario che facesse un intervento a tutti i capitoli della Compagnia per raccontare come aveva fatto.
Con tutti gli inviti a parlare e la sua elezione a membro del consiglio di amministrazione della Compagnia del Pescatore, Luca non aveva più il tempo per andare a pescare e ben presto cominciò ad avvertire un senso di inquietudine e di vuoto dentro di sé. Voleva tornare a sentire ancora una volta il fruscio di quando gettava l’amo ….. e così annullò le conferenze previste, si dimise dal consiglio e disse ad un amico: "Andiamo a pescare".
E così fecero, solo due di loro, e presero molto pesce.
I membri della Compagnia del Pescatore erano molti, i pesci erano abbondanti ma i pescatori erano pochi! Troppo pochi! Impegnati a fare qualcosa di diverso da ciò che prevedeva il loro oggetto sociale!!

lunedì 3 agosto 2009

Tifoso? Fan? Discepolo? Ammiratore? Seguace? Cosa sei??
di Marco Cicoletti

Luca 14,25-27: Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse:«Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.

Ovunque Gesù andava, come un magnete, egli attirava una gran folla. C'era sempre qualcosa di nuovo ed entusiasmante nel suo ministero. Le cose che insegnava catturavano l’attenzione di chi lo ascoltava. Inoltre, Gesù guariva i malati, purificava i lebbrosi, risuscitava i morti e sfamava le moltitudini con i pani ed i pesci. Gesù non è cambiato: ancora oggi Egli compie le stesse identiche cose se ……. ,e solo se, siamo così sciocchi che, come bambini, ci fidiamo della Parola di Gesù.
Sì, Gesù ha sempre una folla dietro di sé; la sua natura è quella di attirare a sé. Capacità calamitante. Ma in questo passo, Gesù, voltandosi verso le moltitudini di fan, afferma con chiarezza le esigenze della sua sequela. Gesù non era interessato ad attirare grandi folle attorno alla sua persona per il semplice piacere di essere circondato da tanta gente. No. Egli era interessato a radunare discepoli.
Un altro modo per dirla è che a Gesù non interessano i fan. Gesù non è una stella di Hollywood. Egli è la “Stella del Mattino” la cui brillantezza non passa mai! Gesù vuole seguaci. La differenza tra un “fan” ed un “seguace” è facile da scorgere osservando un tipico evento sportivo come il calcio. La maggior parte delle persone allo stadio viene per assistere alla partita in qualità di tifoso e tutto ciò che fa è gridare, cantare per incoraggiare la squadra. Ma ………… solo pochi sono quelli che scendono in campo.
Il contrasto è netto: in “migliaia” fanno il tifo ma solo “pochissimi” sono quelli che giocano e …….. pagano il prezzo per la vittoria. Come è facile intuire, vi è una grande differenza di impegno tra un tifoso che siede in curva ed un giocatore che corre sul campo. Un fan è un ammiratore appassionato. Un fan può amare la squadra anche alla follia ma egli non fa parte della squadra. Egli può indossare la maglia della squadra del cuore, avere una profonda conoscenza del gioco e dei giocatori ma non è lui a giocare. Può sentirsi parte del gioco senza però mai essere coinvolto direttamente sul campo. Egli può simpatizzare con l'emozione della vittoria e l'agonia della sconfitta. Egli può gridare in tribuna e saltare con la folla. Egli può condividere lo stesso ambiente di gioco della squadra dove, tuttavia, egli rimane solo uno spettatore. Il giorno successivo all’incontro può discutere animatamente della partita giocata con gli altri tifosi al bar davanti ad un giornale aperto mentre i giocatori sono in ritiro per lavorare sui punti deboli. Un tifoso può immedesimarsi così profondamente con la squadra o con un giocatore da sembrare che abbia giocato davvero ma la realtà è ben diversa. Egli è solo uno spettatore entusiasta.
I giocatori hanno contusioni, stiramenti e le vesciche ai piedi mentre il tifoso al massimo qualche dente rotto per gli scontri con i tifosi della squadra avversaria. In poche parole, egli non è la cosa reale. Un tifoso può soffrire durante la partita ma senza sacrificio personale. Un tifoso può essere una tribuna critica del gioco. A parole, ciascuno di essi sa come esser meglio dell’allenatore e di ciascun giocatore. Egli riesce a vedere tutto in modo così chiaro.
I fan di una stella cinematografica o calcistica sono con te nella stagione vincente ma ti abbandonano quando inizi a perdere e sposano la nuova squadra vincente. Essi possono entrare ed uscire dallo stadio quando vogliono o non presentarsi affatto per seguire la partita magari a casa in pay-per-view perché non mettono nulla di proprio nel gioco. Essi possono fare come vogliono perché sono dei semplici appassionati ma non degli affaticati giocatori. Alla fine della partita essi festeggiano e vanno avanti per ore persino ubriacandosi mentre i giocatori gioiscono e vanno a letto presto perché sono esausti. Un seguace è un partecipante disciplinato che non finisce mai di imparare, un discepolo. Un seguace è uno che partecipa al gioco. Egli si trova in campo e non in tribuna. Non puoi sbagliare a riconoscerlo. Egli è sceso dalla tribuna da tempo ed è entrato in campo. Ha scambiato la sua T-shirt con una divisa di gara e si è sottomesso alla intensiva disciplina formativa dell’allenatore. Egli sa che ogni aspetto dell’allenamento è necessario, utile e buono. Egli è responsabile nei confronti della squadra. Egli è consapevole di non poter ragionare come un tifoso poiché il suo comportamento ed il suo impegno influenzano l’andamento dell’intera squadra . Un giocatore, così come il discepolo, paga di tasca propria il prezzo in termini di tempo, energia e risorse. Egli ha un impegno verso la squadra. Si è impegnato per conseguire la vittoria; e per far ciò, da il massimo di se stesso. Egli sacrifica la sua comodità e mette da parte la sua indipendenza per esser parte di qualcosa più grande di lui. Un seguace o giocatore è la vera cosa.
È colui che gioca e fatica; non è uno che siede a guardare. E terrà duro fino in fondo perché ha un ruolo che gli è costato tutto. Ha investito tutto se stesso nel gioco. Non è un simpatizzante del calcio ma un giocatore. La differenza tra un fan e un seguace è uno che il secondo paga il prezzo del gioco mentre l’altro solo il biglietto di ingresso allo stadio. Allo stesso modo, Gesù non costruisce la sua squadra con dei fan ma con dei seguaci. Se non siamo disposti a mettere Lui prima di tutto, ed al di sopra di tutti, nella nostra vita, a considerare seriamente il costo della sequela e prendere la nostra croce, non possiamo essere suoi discepoli. I fan potranno anche prender parte all'emozione del gioco ma solo la squadra condivide il trofeo. Siate certi che non ci saranno i tifosi nella sala dei trofei e tra le stelle di Dio.

Applicazione: Sei un semplice fan oppure un seguace di Gesù Cristo? Sei seduto in tribuna a celebrare le lodi del pastore e della sua squadra pronto a criticare ed andartene quando il gioco si fa duro oppure sei parte della sua squadra di gioco? Indossi la T-shirt una volta la settimana seduto comodamente al tuo posto pensando di partecipare così all’attività della squadra nella partita dell’evangelizzazione il giorno in cui c’è l’incontro di preghiera o ti alleni e partecipi ogni giorno della settimana? Ti fai vivo soltanto quando è in programma la “partita settimanale" della tua squadra del cuore che puoi cambiare come una maglia quando ti pare? Puoi andare e venire a tua discrezione, dare come ti pare, esser presente quando te la senti, servire come vuoi tu e determinare il tuo livello di sacrificio?
Se è così, mi spiace ma tu non sei un seguace, un giocatore. La verità è che tu sei solo un tifoso di Cristo e a Gesù non interessa avere dei fan. Egli vuole che tu entri a far parte della sua squadra sette giorni su sette, rischiando tutto ciò che sei ed hai per la sua causa. Egli vuole che tu sia uno dei suoi seguaci, uno dei suoi discepoli.
Domandati: “sarebbe mai possibile creare una quadra vincente se tutti avessero lo stesso mio livello di impegno nei confronti di Dio?”. “Credo che sia Gesù a sistemare le cose oppure devo fare un passo in avanti, rischiare la faccia ed impegnarmi personalmente?”. “Sono uno spettatore o un giocatore?”. Non contentarti di essere un fan. Non vivere l’inganno PENSANDO di essere un discepolo mentre fai la parte del semplice tifoso. Ricorda: solo coloro che seguono Gesù, cioè giocano, riceveranno la corona della Vita. Solo chi lavora sodo riceverà il salario. Scambia la tua T-shirt con la divisa di gara. Diventa un vero seguace di Gesù! Un giocatore nella squadra vincente di Cristo che porta a casa il trofeo di uomini e donne salvati!

Preghiera: "Padre Celeste, io scambio la mia maglia con la divisa di gara. Da oggi prendo la decisione di essere un seguace di Gesù piuttosto che un semplice tifoso. Sottometto me stesso al processo di apprendimento e di formazione necessari per diventare un giocatore di vitale importanza sul campo di gara del mondo. Mi sottometto alla Tua Signoria perché possa ricevere la correzione e la disciplina di cui ho bisogno per diventare sempre più come Gesù. Mi impegno ad essere un giocatore di squadra che gioca insieme ad altri e a tutta la Chiesa. Io voglio essere tuo discepolo. Prego tutto ciò attraverso l’ Opera e la Persona cioè nel Nome di Gesù. Amen ". Marco Cicoletti

martedì 30 giugno 2009

Arrampicarsi per vedere Gesù


Zaccheo è l'unica figura del Nuovo Testamento della quale viene descritto l’aspetto fisico. Ci avevi mai pensato?

È proprio questa sua particolarità a renderlo “attuale”: molti di noi non sono soddisfatti del proprio aspetto esteriore. Come potremmo spiegarci altrimenti l'immensa popolarità dei centri estetici, dei centri benessere e di controllo del peso se non vi fosse una forte domanda di mercato? Sono letteralmente milioni le persone che vogliono un corpo diverso da quello che hanno!

Il mondo dello spettacolo è costellato di individui che passano buona parte della vita per apparire “belli” con immensa gioia dei chirurghi estetici mentre i centri per la cura della persona non fanno altro che promuovere l’idea che " diventare una persona diversa sia possibile. ”.

Da molti pulpiti ci viene predicato che la soluzione ai problemi risieda in un atteggiamento più positivo verso se stessi. Puoi diventare una persona diversa da quella che sei oggi semplicemente acquistando questo o quel programma di allenamento da seguire in casa o lo speciale regime alimentare personalizzato, fare più jogging - tutto questo alla ricerca di un'immagine più positiva. Migliorare l’immagine di sé sembrerebbe la panacea per quasi tutto ciò che non va. Ma è proprio così?

Non vi è decisamente niente di male nel fare esercizio e nel curare il proprio aspetto fisico nella giusta misura.

Torniamo però al nostro amico Zaccheo. La sua storia parla in un certo modo di immagine di sé, di autostima - ma non secondo l’approccio occidentale. Zaccheo è sollevato, chiamato per nome e dunque valorizzato – un volto con un nome in mezzo ad una folla anonima - non sulla base di chi o cosa egli sia, o di chi ritenga di essere ma sulla base di chi è Gesù!

Diamo un'occhiata alla storia. Poco prima di entrare a Gerusalemme, Gesù passa per Gerico. Entra ed esce; la attraversa. E qui Egli si incontra con un uomo di nome Zaccheo, il quale è il capo dell’ufficio riscossione tributi, l’esattoria; altro particolare è che Zaccheo è ricco! (A questo punto immagino come alcuni di voi pronuncino il suo nome!).

Nonostante la ricchezza, anche Zaccheo, ha i suoi problemi. A dire il vero ne ha ben due e grandi come una casa. Il primo sta nel fatto che Zaccheo non ha amici. È odiato da tutti e sa di esserlo! Probabilmente gli fa male sentirsi definire “ ladro” perché riscuote il denaro ,frutto del duro lavoro, sottoforma di tributi; ma non basta: egli è anche “un traditore” perché lavora per il governo romano. Ma……. la realtà è ben diversa: Zaccheo è un approfittatore egoista che non si cura né dei suoi connazionali e tanto meno del governo romano. Egli ha una posizione che ha imparato “diligentemente” a sfruttare. Sai cosa fa Zaccheo? Egli esige il dovuto ed estorce qualcosa di più del dovuto………………..che tiene per sé. Guadagna uno stipendio da lavoro onesto e dieci stipendi in più grazie alla sua disonestà. Lo lo stipendio che riceve da Roma gli permette di vivere “decentemente” ma come te la spieghi la villa con piscina e centro benessere fuori città, il suv, la macchina sportiva, gli abiti di noti stilisti romani, i ricevimenti, il giro di donne e di “Maria Juana” che passano per la sua casa; un figlio che “studia” ad Oxford e la femmina alla Bocconi. E sua moglie? Dove la metti: cresciuti i bambini ha pensato che esser mamma non sia tutto ed ora ……… si cura dei bambini “cresciuti” degli altri! Questo glielo hanno insegnato le amicizie altolocate! Tutti ne sono a conoscenza però……… lei è rimasta “fedele”; infatti, lei è rimasta a casa di lui ma i due non hanno rapporti. Solo facciata. Per amore dei figli, salviamo le apparenze. All’inizio ciò faceva un po’ male ma Zaccheo si è tuffato un po’ di più nella sua attività disonesta per affogare il dolore e sua moglie si è immersa nella cura di sé. Lei vive nei centri benessere! Per forza dirai: e che ci ha trovato in un tappo brutto ed antipatico come suo marito? Nulla: infatti a lei non interessa Zaccheo ma il suo portafoglio. A ben guardare, ha fatto bene ad ascoltare i consigli di mammà. Non trovi?

Il povero Zaccheo? Dove li trova i soldi per mantenere questo stile di vita? Semplice: ha sviluppato un programma di uccisone lenta della propria coscienza e…………………… col tempo è finito per morire anche lui! Colui che è tanto bravo coi conti, ha sbagliato proprio quelli della sua vita. Pazienza. Ormai ha imparato a convivere con la “cattiva coscienza”. Non la sente più: separati in casa. Oltre l’apparenza del benessere, egli vive ormai chiuso in se stesso, carcerato a vita. Ergastolano! Tutto è grigio dentro e fuori di lui! Ormai non ha più nessuno; è rimasto solo. È vissuto sfruttando ed ora tutti lo evitano. Nessuno più gli accosta: nessuna persona “normale”. A nessuno interessa di lui e gli unici suoi compagni sono i soliti “sfruttatori”, gente che vive di esteriorità, ai quali non importa un fico secco di Zaccheo ma solo ciò che possono “scroccare” da Zaccheo. Una cena, una festa, un ballo….

Zaccheo ci ha fatto il callo e, senza alcun dubbio, vede il modo in cui la gente si comporta quando cammina per strada o entra in un luogo pubblico. Tutti bisbigliano e si scostano. Alcuni lo insultano. Insomma a Gerico tutti e ciascuno ormai odiano Zaccheo. E ciò lo taglia fuori da qualsiasi circolo anche se lui è socio di numerosissimi ed “esclusivi” - che, tuttavia, lo “escludono da ogni contatto vero con l’umanità” !

Zaccheo il pubblicano è scansato da tutti. Come la peste. Un emarginato nella sua torre d’avorio.

L’altro problema del nostro amico è prettamente fisico. Mi dici nulla in questa società che guarda solo agli involucri. Egli si trova “molto al di sotto della media” nella statura rispetto a chiunque altro a Gerico. Non solo dunque “ladro” e “traditore” ma anche “nano”. Un tappo, insomma! Egli è fuori della norma e dunque un “emarginato” a causa di un brutto scherzo della natura. Egli non rispecchia gli standard! Sento una certa affinità con Zaccheo e tu? Ti è mai capitato di passare qualche momento in cui ti senti tutt’altro che sicuro di te e ti senti addosso gli occhi di tutti? Ti sei mai sentito un pesce fuor d’acqua?

Oggi però ……………. È un giorno diverso. Da quando si è alzato Zaccheo avverte una strana elettricità nell’aria. Chissà che non sia oggi il giorno del suo riscatto? Oggi Zaccheo si è alzato trascinandosi giù dal letto pesantemente. Si è fatto la doccia ed ha avuto uno strano pensiero. “Se fuggissi da tutto questo?”. “Vattene via senza dire nulla a nessuno. Prendi i tuoi soldi. Compra un biglietto aereo e fuggi lontano”. Apriti un bar su una piccola spiaggia ai caraibi e comincia ex novo”. All’inizio Zaccheo ha avuto paura di se stesso e dei suoi pensieri ma poi……..ripensandoci…… Cosa avrebbe da perderci? Nulla e tutto da guadagnare! E così è uscito di casa. Si è diretto all’ufficio ma la sua testa oggi segue quella idea fissa. Egli parla a se stesso per convincersi che seguirla non sia poi così male. Nessuno si accorgerà della sua assenza e nessuno sentirà la sua mancanza. Le feste in casa sua continueranno senza che nessuno si accorga della sua assenza.

MA……oggi Zaccheo non sa che………………..è davvero il giorno della liberazione. Il 25 Aprile. Zaccheo vuole tagliare i ponti e farsi una nuova vita ma…………………………………………………………………………………..

Oggi Gesù, contro ogni logica, ha deciso di venire in città. E così la notizia si è sparsa. Per strada tutti sono eccitati. Zaccheo, uscito per il suo solito caffè delle 11, osa fermare qualcuno a cui chiede cosa stia succedendo. Una festa in città? Una festa ebraica di cui si è dimenticato? Deve essere così perché c’è tanta euforia nell’aria. Ed ora Zaccheo ricorda quella strana sensazione di ….euforia mista a riscatto che ha sentito quando si è alzato. Sembra proprio che tutti in città avvertano la stessa cosa. Il tale a cui ha chiesto la ragione di tanta gente per strada in un tardo mattino “nomale” risponde che sta per arrivare Gesù.

Chiiii? E chi è questo Gesù? chiede Zaccheo. L’uomo non ha tempo di intavolare una lunga discussione. Taglia corto e dice queste parole: “alcun dicono che sia il Messia; comunque, conosco dei ciechi che dopo averlo incontrato, ora vedono. Gli storpi camminano; i muti parlano e dicono che alcuni morti …..siano tornati in vita”. “Cavolo!!!”, dice Zaccheo. E poi per frenare il suo entusiasmo aggiunge: “Ma che fai! Questa massa di poveracci attende praticamente chiunque come Messia che li liberi da……………..Roma! E Tu lavori per Roma!”.

Ma Zaccheo non riesce a frenarsi. La folla aumenta. E non solo gente di Gerico….vengono da tutta l’area circostante: esaltati, malati, zeloti. C’è di tutto! E tra quelli…………alcuni “volti noti”. Un cieco che ora cammina da solo; ci vede. Quello Zaccheo lo conosce. Come mai ora cammina da solo? E che dire di Bartolomeo, il lebbroso. Che fine ha fatto la lebbra? Diamine: ma questi sono miracoli veri!!

Zaccheo avverte un fremito lungo la schiena. Per la prima volta sente di novo che il suo cuore palpita. Allora non è morto????? E anche Zaccheo si mette a seguire la folla.

Luca ci dice che c'era una “gran folla” radunatasi per acogliere Gesù all’arrivo. Una ressa; alcuni facevano a spintoni……per andargli più vicino possibile e non come accade oggi per scappare da Lui!! Una grande folla. Hai presente quelle manifestazioni di strada in cui non riesci a vedere ciò che accade al di là del muro di gente che ti sta davanti semplicemente perché sono tanti, ……più alti di te oppure ti trovi troppo indietro e non riesci a vedere nulla oltre le teste che hai davanti ai tuoi occhi? Bene tale è questa folla ed il clima festoso che accoglie Gesù. Il clima che accompagna Gesù. Una festa e non un funerale! E poiché Zaccheo è basso, non riesce a “vedere oltre” quelle teste e sa bene che nessuno gli farà spazio per farlo passare avanti, Zaccheo…. ricorre all’arma che l’ha fatto arricchire: l’astuzia. Astutamente raggiunge di corsa un sicomoro e vi sale sopra per godere di una prospettiva migliore e godersi il corteo.

Ascolta: non permettere mai a niente e nessuno di impedirti di vedere Gesù. Non permettere ai problemi ed alle difficoltà di impedirti di stabilire un contatto con il Maestro. Non lasciarti vincere facilmente dai tuoi problemi. Alza lo sguardo e guarda lontano verso spazi più ampi e più in alto di dove ti trovi. E se proprio non riesci a trovare terreno più elevato allora, inizia ad arrampicarti al di sopra della situazione in cui sei. Fai qualcosa ma non rimanere al livello di visione normale. Fai di tutto per avere una visione “più alta”. Fai come Zaccheo. Non darti per vinto. E cerca di salire più in alto della montagna che hai davanti e ti impedisce di vedere più su, di vedere……….GESU’.

Chissà perché vedere Gesù è così importante per Zaccheo? Perché Zaccheo non si lascia scoraggiare nel suo intento da tante difficoltà solo per carpire uno scorcio di Gesù mentre passa di là? Si tratta di pura curiosità personale? Benedetta curiosità! Ben venga! O forse c’è dentro di lui una qualche segreta aspirazione che spera Gesù possa in qualche modo soddisfare? Chissà se mentre si muove si chieda: "Gesù farà davvero le cose di cui ho sentito parlare? Apre davvero gli occhi dei ciechi, fa camminare gli zoppi e sentire i sordi? È davvero il grande predicatore che tutti dicono?". Ora Zaccheo è salito sull’albero. Osservalo. Piccolo, piccolo come un uccello appollaiato su un ramo. Oltre al fatto che sia basso, ci sono altre ragioni che lo hanno spinto a salire lassù ed …. attirare l’attenzione ed i commenti di tutti? Forse si ……o forse no! Consentimi di rispondere a queste domande con un’altra domanda!

Sei mai stato su un albero? Ti è mai capitato di avere uno di quei momenti in cui non sai dove andare o a quale santo rivolgerti? C’è mai stato un momento in cui ti sei sentito “veramente solo”’ , lontano da tutti , anche dalla tua famiglia e dai tuoi amici? Hai mai sperimentato un momento in cui non ti sbagliavi; avevi ragione: a nessuno importava di te? C’è mai stato un momento nella tua vita in cui le difficoltà ti hanno fatto sentire un fallimento totale, un incapace da non poter tollerare un solo giorno in più di quella vita?



Se hai risposto positivamente ad una sola di queste domande - e immagino che ognuno di noi abbia conosciuto almeno una volta tali sensazioni – allora sai bene cosa significhi stare su un albero. O la va o la spacca!

Il mondo è pieno di persone che sono sull’albero o meglio il mondo è pieno di alberi con sopra persone! Non ci vuole molto a recitare una litania delle cose che fanno di noi dei potenziali “arrampicatori…di alberi”: la perdita di una persona amata, la fine di un rapporto speciale, la disoccupazione, la malattia, la dipendenza, le violenze sessuali, verbali, emotive o psicologiche; errori commessi dalle conseguenze catastrofiche. Queste cose ci fanno sentire “bassi”, non all’altezza della situazione. Incapaci. Emarginati. Tagliati fuori . Soli. Odiosi ed odiati. L'elenco potrebbe continuare all'infinito……….. Ci sono molte persone che si trovano in cima ad un albero proprio come Zaccheo questo pomeriggio in cui Gesù sta per venire in città. Si, ormai sono le prime ore del pomeriggio. E Gesù sta per entrare. L’attesa entusiasta di tutti sta per esser soddisfatta. Gesù viene. Anzi, eccolo laggiù, verso la porta principale. Quale è tra i tanti? Ah si,…….è quello bellissimo, con un sorriso “celeste” (lo ho visto risplendere sul volto di Vizka a Medjugorje; ero a circa 400 metri da lei, vedevo la sua sagoma piccola piccola ma un sorriso grande grande che mi arrivava al cuore benché non potevo distinguere bene il suo volto per la distanza che ci separava). Quello che sorride? Non è un sorriso: tutta la sua persona sorride. Avanza come un prode. È circondato di gioia, entusiasmo, forza, vitalità, luce. Non puoi sbagliarti: quello è Gesù. Ora il cuore di Zaccheo gli sale in gola. Letteralmente. Zaccheo è pervaso da una Grande gioia che semina in lui una Speranza Certa. Zaccheo non è più Zaccheo. Mentre Gesù avanza, Zaccheo diventa leggero leggero. Si sente attratto fortemente da Gesù. Vorrebbe saltare giù per saltargli addosso. È la prima volta da anni che sente desiderio di abbracciare qualcuno e la prima volta in assoluto, con tanta passione. Ma ora eccolo. Gesù sta avvicinandosi; è a soli due metri da lui. Zaccheo è inchiodato sull’albero. Mai visto un uomo come Gesù. E, intanto, Gesù fa come per passare oltre……..e poi si ferma.

Sai che ti dico a questo punto? Hai fatto bene ad arrampicarti sull’albero; dimostrazione del tuo desiderio di “salire più su”. Abbiamo un grande problema, infatti, quando scegliamo di lasciarci bloccare o paralizzare dai nostri problemi senza provare! Ci diamo per vinti ancor prima di lottare! Impara a considerare le montagne come “opportunità” da sfruttare per conoscere in modo nuovo Gesù e non solo semplicemente problemi! Gli arrampicatori di alberi cercano con tutte le forse di uscire dalla loro miseria per raggiungere la salvezza del Maestro!

Zaccheo vuole vedere chi sia Gesù “veramente”e non chi la gente dice che sia. In questo egli non sa di rispondere ad una domanda che Gesù ama rivolgere ogni tanto: la gente, chi dice che io sia? Ma a me interessa questo: tu chi dici che io sia? Vuole vederlo bene e vederci bene. C'è qualcuno che vuole vedere Gesù, oggi?? Gesù ti accontenta, Zaccheo!

A questo punto Zaccheo è di fronte alla verità più vera su Gesù: se lo guardi in faccia, non sarai più lo stesso. Davide dice: “guardate a Lui e sarete raggianti! Non saranno (più) confusi i vostri volti”. Mosè guardò Dio “faccia a faccia” ed il suo volto “divenne raggiante, luminoso” al punto che dovette mettere un velo per non darlo a vedere. Anche tu vuoi mettere il velo? Ecco, adesso “svelo” la Verità: il Volto di Cristo trasforma non solo la faccia – alla faccia dei centri di bellezza – ma cambi - transustanzia - in altra sostanza tutto ciò su cui posa lo sguardo. Il “vecchio Zaccheo” ora sta per morire. Non puoi vedere la Presenza Manifesta di Dio e restare in vita. La gloria di Dio uccide il peccato. Per questo ho affermato “il vecchio Zaccheo” sta per morire. Allo sguardo di Gesù e al sentire Gesù parlargli direttamente, Zaccheo viene trasportato dall’Antica Alleanza ed inserito in quella Nuova: Dio parla a noi oggi direttamente! Le Parole di Gesù – quelle stesse che hanno creato dal nulla tutte le cose che sono – prima uccidono il “vecchio” Zaccheo, il ladro – infatti Zaccheo, si sente venire meno – e quindi creano “uno Zaccheo nuovo”. Quello che scende dall’albero non è la stessa persona che vi è salita. Il Vangelo è Potenza di Dio per la “Salvezza” o “Trasformazione in Qualcun altro” o “Conversione” di chiunque crede. È tempo, credetemi di tornare a predicare Gesù! Per la salvezza o trasformazione di questo mondo. È Gesù a cambiare gli uomini e non le nostre iniziative!


Ora Gesù è “vicino”; Dio si è fatto vicino al peccatore pubblicamente riconosciuto da tutti e da tutti odiato. È vicino a quell’albero. Perché? Perché li sopra c’è uno di quelli che lo hanno attirato e lo hanno fatto piombare sulla terra. La causa della sua venuta sulla terra: i peccatori! Ora Gesù è sotto all’albero e molto vicino all’uomo sull’albero; egli guarda in su, verso il sicomoro, e vede Zaccheo appollaiato sul ramo. Zaccheo è perduto; si fa sempre più piccolo! Gli occhi dei due si incontrano. Zaccheo “perde letteralmente la testa”. Quando scende non ragiona più con la sua!

Non sappiamo come ma Gesù conosce il nome di Zaccheo; Luca è chiaro: non dice che Gesù abbia detto: "Ehi, tu, piccoletto….scendi giù di lì”. Gesù “chiama Zaccheo per nome” e gli dice: " scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua!”. Io ti conosco per nome! Parola di conoscenza??? Fatto sta che Zaccheo ancora deve riprendersi. Non è più lo stesso dopo quell’incontro e soprattutto dopo quello sguardo! Ancora oggi!!

Perché Gesù è attratto proprio da Zaccheo e fissa lo sguardo su di lui?

All’inizio della storia Luca ci dice non solo che Zaccheo è il capo dell’esattoria - per farci intendere che è il padrino della mafia locale ma sottolinea che Zaccheo è anche ricco. Avendo un po’ di dimestichezza con gli scritti di Luca, so che egli non riserva parole carine verso i ricchi. Questi infatti sono gli unici, nel Vangelo da lui redatto, che vengono “rimandati a mani vuote”, quelli che hanno praticamente “la stessa probabilità di entrare nel regno dei cieli di quanta ne abbia un cammello di passare attraverso la cruna di un ago”; magari il testo diceva di quanta ne abbia una fune di una nave ma il paragone regge lo stesso!



Per qualche ragione, Gesù è “catturato” da Zaccheo. Osserva il modo in cui Gesù gioca con Zaccheo. Eccolo tutto sorridente e sicuro di ciò che sta per fare, ritto in piedi, sotto al sicomoro mentre guarda tra le foglie e pronuncia il suo nome con tono scherzoso. "Zaccheo! Zaccheo! So che sei lassù! Ti ho visto piccolo furfante!". Anche il suo "scendi subito" suona giocoso. Ma soprattutto c’è un particolare poco frequente: è Gesù ad autoinvitarsi per andare in casa di qualcuno e non solo; viene “per cenare insieme”. Lo dice apertamente e non sottovoce. I farisei presenti – tanti stanno tra i banchi di chiesa oggi e non solo li! – sbiancano! A cena di un ladro noto a tutti?

Mangiare insieme, ai giorni di Gesù, non era un qualcosa che si faceva col primo che capitava per strada! E Gesù è il primo a capitare per strada, oggi! Per entrare a casa di qualcuno bisognava essere familiari o amici e soprattutto “invitati”. Gesù amico dei pubblicani e dei peccatori!! Dio mio! Scandalo! E mentre, i farisei si scandalizzano, la folla è perplessa…..Gesù e Zaccheo divengono intimi amici e si preparano a ciò che Zaccheo meglio sa fare: una festa. Con chi? Con i VIP del posto, amanti dei lussi e delle passioni… del peccato insomma!!

Gesù manda Zaccheo a preparare la cena perché dopo il lavoro che lo attende oggi pomeriggio anche lui ha bisogno di un po’ di tranquillità e di starsene con “gli amici”. Ora deve predicare che il regno è qui, guarire tutti e ciascuno di quelli che sono venuti a lui, oggi; vuole che nessuno torni a casa nello stato in cui era prima del suo arrivo in città.

Per quelli di voi che si trovano proprio adesso in cima all’albero, ho deciso di fermarmi, a Nome di Gesù, perché vuole che sappiate che non siete soli. Gesù sa chi siete! Vi conosce per nome! Egli conosce quale momento buio state attraversando. Egli conosce i vostri problemi. Egli sente il vostro dolore, il vuoto e la disaffezione. Egli è attratto da voi. Si, è attratto da te! Per questo mi ha spinto a scrivere queste parole! Voleva che predicassi per farti sapere una cosa: Egli vuole tirarti fuori. Egli vuole salvarti. Vuole rispondere al desiderio del tuo cuore. Il buio che stai attraversando; la malattia, il dolore, la disperazione, il vuoto in cui sei ora, è proprio il luogo della Provvidenza. Vedi, se Zaccheo non fosse salito su quell’albero questa mattina, non avrebbe mai potuto conoscere faccia a faccia il maestro. E non solo: Gesù non sarebbe potuto entrare nell’inferno della sua casa!

Che dice questo folle? Ma cosa vai in giro a raccontare? Vedi, spesso, la vittoria dipende dal luogo in cui ti trovi nella vita! Alcune delle nostre “esperienze sull’albero” sono la porta per la liberazione! Molti di noi non riescono a vedere Gesù finché non iniziano ad arrampicarsi sugli alberi!

Ma ecco che Zaccheo scende giù dall’albero, si incammina con Gesù e manda a chiamare i suoi servi con l’ordine di preparare una grande festa. Gesù non si vergogna di te. Zaccheo è sconvolto: per la prima volta in vita sua si sente completamente amato ed accettato e per questo comincia ad amarsi ed accettarsi. Non ha più bisogno di “rubare” per arricchire e farsi accettare o meglio temere. Non ha bisogno più della maschera che ha usato fino ad oggi per dimostrare di valere qualcosa. Eccolo: prima di entrare e far entrare Gesù in casa si toglie quella maschera e confessa i suoi peccati a Gesù. Egli non nasconde nulla, vuota il sacco.

Perché? Poiché si sente amato. Non ha più timore. Il vuoto del cuore è stato colmato con ciò di cui era davvero affamato. L’amore di Dio. Quindi fa una promessa a Gesù – nessuno lo spinge e nessuno gli chiede di farla. È solo che ora ha trovato ciò che per tutta la sua vita, senza saperlo, ha sempre cercato. Nei modi e nei luoghi sbagliati. Adesso il “ricco” Zaccheo dell’inizio è stato davvero “arricchito” della vera ed eterna ricchezza che riempie e libera l’uomo. Ora Zaccheo è un’altra persona. Ora davvero egli è un ricco. La vera ricchezza è avere Gesù.

Chi vedi in casa di Zaccheo questa sera? Gesù! Gesù + Zaccheo; si tratta dell’idea migliore di Dio: non voglio che l’uomo sia solo!!!!

Gesù oggi non voleva solo entrare nella vita di Zaccheo ma per mezzo di lui in tutta la sua casa: parenti, amici, conoscenti.

Gesù vuole venire a casa con te. Adesso! Egli non è imbarazzato dal tuo passato.

Ascolta cosa Gesù dice a Zaccheo: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa".

Gesù è venuto a mangiare e bere con, a cercare e salvare i perduti. Se non sei perduto, o non pensi di essere esserlo, Gesù non potrà cercarti e venirti a trovare. Gesù passerà oltre.

Hai sentito la bella notizia? Gesù sta arrivando. La salvezza può venire oggi in casa tua. E non giungerà se con un mezzo diverso che nella Persona di Gesù. io mi affretto. Qualcuno sa dirmi dove posso trovare il sicomoro più vicino? Ho bisogno di arrampicarmi perché non voglio perdermi il momento in cui Gesù passerà “oggi” in questa città!

Marco Cicoletti

martedì 9 giugno 2009

Vieni e vedi!


Vieni e vedi!
Natanele era un po’ scettico all’inizio. Egli non era un ateo. Tutt’altro: era un dogmatico.
Almeno quando si trattava di persone provenienti da Nazaret …… per lui erano poveri diavoli, ignoranti da non meritare il suo tempo e tantomeno uno sforzo da parte sua.
Così, quando il suo amico Filippo viene parlandogli del Messia proveniente niente meno che da Nazaret, è scettico. "Può venire qualcosa di buono da Nazaret?"
Questa è la sua domanda ...
Il suo amico Filippo non vuole una discussione ... egli vuole solo estendere un invito ...
Vieni e vedi....
Vieni e vedi da te stesso ...
Giovanni Battista è lì, in piedi, con due dei suoi discepoli quando Gesù si avvicina ...
"Guardate!", dice Giovanni, "Ecco l’Agnello di Dio".
A quelle parole i due discepoli si fanno avanti e si mettono a seguire Gesù per la strada.
Gesù si volta e domanda loro ciò che vogliono ...
"Dove abiti", chiedono.
In altre parole, vogliamo passare un po’ di tempo con te.
Gesù dice: "venite e vedete".
E finiscono per trascorrere il resto della serata con lui.
Uno di loro è Andrea (il fratello di Pietro).
Si sente molto parlare di Pietro, ma poco di Andrea.
Eppure, ……………. senza Andrea, Pietro sarebbe uno sconosciuto!
"Venite e vedrete ..."
È un invito
Una donna con una reputazione - una cattiva reputazione- incontra Gesù fuori della città di Sychar in Samaria –Gesù parla con la donna rispondendo ai suoi interrogativi più profondi ed appaga il suo profondo bisogno ... la profonda sete della sua anima trova appagamento ... Il vuoto che desiderava fosse riempito, finalmente lo è.
Dopo il dialogo fa ritorno in città –senza più avere paura della gente - non più imbarazzata dal suo passato... Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. "Venite e vedete ..."
Un semplice invito ... Un invito ad investigare nella Verità.
Non è sufficiente conoscerla per bocca di qualcun altro ... è il momento che tu faccia la tua ricerca ... indaga, vai a vedere...
Le affermazioni di Gesù sono piuttosto audaci….. per non dire incredibili ….
Ed egli ci invita a prendere il microscopio ... a tirar fuori il binocolo .
Osserva da ogni angolazione
Usa il grandangolo.
Osserva il più piccolo dettaglio
Esamina!
Vieni a vedere di persona!
Troppi danno solo una rapida occhiata al messaggio del Vangelo e subito lo scartano senza la decenza di una indagine onesta ...
Se ciò che Gesù dice è vero, allora il tuo destino dipenderà dalla tua risposta. Se veramente investighi a fondo e scopri che è falso, allora lo potrai scartare ... ma non permetterti di continuare semplicemente senza averLo visto da vicino ...
Se il cristianesimo è falso, allora esso non significa assolutamente nulla (e 2000 anni di storia sono una farsa) ... Se è vero, allora tutto è fortemente condizionato da esso.
Venite e vedete .... Venite a vedere la prova ...
Potrei continuare a darvi tutte le informazioni oggi: le prove della risurrezione, le prove bibliche di accuratezza e validità, prove di storia cristiana. ECC.
Ma il mio invito a voi, oggi, è di venire e vedere Gesù!
Venite e vedete la Roccia che ha resistito all'erosione del tempo Venite a sentire la sua voce echeggiare attraverso le parole della Scrittura ed attraverso il cuore e la mente umane...
Venite a vedere la verità provata ... imperturbabile….stabilita Venite a conoscere la sua grazia ... piena e gratuita ... Venite a conoscere il suo amore ... per voi!
Venite a vedere il fuoco che nessun tiranno o oppressore della storia è stato in grado di estinguere
Venite a vedere la passione che la persecuzione e l’oppressione non sono riuscite a spegnere
Venite a vedere gli ospedali e gli orfanotrofi cresciuti accanto alle macerie fumanti dell’ umanesimo e dell'ateismo.
Venite a vedere ciò che Cristo ha fatto! L'invito del Salmo 65,5 è "Venite e vedete le opere di Dio, mirabile (grande) nel suo agire sugli uomini.".
Venite a vedere le vite toccate dalla mano del maestro :
L’alcolizzato tiene in mano il trofeo: un bicchiere vuoto l’amareggiato ora gioioso
Il pauroso ora coraggioso
Il matrimonio ricostruito
Il tossicodipendente ora libero
Il vagabondo ora a casa
Il solitario ora membro della famiglia di Dio
Venite a vedere ...
È il suo invito ad indagare
Egli non ha paura del tuo scrutinio
Egli accoglie i tuoi interrogativi
Egli apre il suo cuore e parla con te!
Egli non evita la tua ricerca
Egli non ignora la tua indagine
Venite e vedrete!
"Incamminati insieme alle donne di Domenica mattina ... proprio mentre il sole compare all'orizzonte ... entra con loro nel giardino, dove la tomba è sigillata ... esse hanno visto il suo corpo mentre è stato deposto nella tomba di un uomo di nome Giuseppe ...
In vita Gesù non ha avuto un posto dove poggiare il capo
Nella morte ha utilizzato una tomba presa in prestito ...
Ma non ci è rimasto a lungo li dentro!
Le donne si sono avviate alle prime ore del giorno per versare unguenti e profumi sul suo corpo ... Sono venute a vedere la tomba custodita dai migliori soldati di Roma.....
E come si sono messe in cammino, la terra ha cominciato a tremare ...
Un angelo è venuto ed ha rotolato la pietra per loro perché potessero entrare e vedere
Le guardie sono rimaste scosse e le hanno lasciate passare!
L'angelo ha preso il suo posto sulla pietra ed ha atteso che le donne arrivassero ...
Egli ha detto loro: "Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto.. (Matteo 28:5-6)
"Venite a vedere il luogo dove è stato ..."
"Dove è stato ...".
Venite a vedere la prova evidente di un sepolcro vuoto ...
Venite e vedete! Venite a vedere Gesù!
Venite a vedere le vite che egli ha toccato ...
Venite a vedere la mano di Dio trafitta, toccare il cuore della gente comune come me e come voi ...
Venite e vedrete
Lui asciugare le lacrime dagli occhi pieni di dolore ...
Vieni ...
e osservalo mentre perdona il peccato più brutto ... e lascia andare libero il prigioniero ...
Vieni e lasciti guarire quel male che c’è nel tuo cuore ...
Vieni a Gesù!
Il messaggio più semplice e più profondo si trova in un breve versetto della Bibbia ... Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo unigenito Figlio
Dio ha amato…….. ed ha dato!
Perché chiunque crede in Lui non vada perduto ma abbia la vita eterna ... noi crediamo! Noi viviamo
Perché non ti metti a cercare anche tu!
Inizia con questa semplice preghiera!
Rivolgiti a Dio! "Signore, voglio conoscere! Fammi vedere! Mostrami!
Ma non farlo a meno che non sia disposto a pagarne le conseguenze ... perché se poi giungi alla conclusione che sia tutto vero ... allora dovrai deciderti ...
E se, invece, senti già quella fede crescere dentro di te, prega con queste parole ...
"Io credo ed accetto e ricevo il tuo dono di vita…

Marco Cicoletti
www.amicidigesu.it